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ÌÅÍÞ
| Ñèíòàêñè÷åñêèå è ôóíêöèîíàëüíî-ñåìàíòè÷åñêèå îñîáåííîñòè óïîòðåáëåíèÿ óñëîâíîãî íàêëîíåíèÿ â èòàëüÿí...La stessa domanda al passato, puo anche servire a smentire un fatto o a difendersi da qualche accusa: Anna: "E' stato Carlo a dire che Luigi...." Carlo: Che cosa avrei detto io?". III. IL periodo IPOTETICO 1.Le frasi ipotetiche Le frasi ipotetiche (cioè le proposizioni subordinate introdotte nella gran parte dei casi dall'operatore di subordinazione se) formano, insieme alle proposizioni sovraordinate da cui dipendono, frasi complesse tradizionalmente chiamate «periodi ipotetici», che noi chiameremo anche «costrutti condizionali». All'interno di un costrutto condizionale la proposizione subordinata viene chiamata «protasi», mentre la proposizione sovraordinata viene chiamata «apodosi»; prese singolarmente protasi ed apodosi possono essere frasi semplici, come in (1), oppure frasi complesse che contengono proposizioni coordinate, come in (2), o frasi complesse contenenti (almeno) una proposizione subordinata come in (3): (1) Se partiamo abbastanza presto, non troveremo molto traffico. (2) Se il treno non è in ritardo ed i vagoni non sono troppo affollati, faremo un viaggio comodo ed arriveremo in tempo per la partita. (3) Se credi di essere troppo stanco per fare quel lavoro, sarà meglio affidarlo a qualche altro tuo collega. Inoltre l’apodosi di un costrutto condizionale non deve essere necessariamente una proposizione principale, ma può essere a sua volta subordinata ad un'altra proposizione principale, come in (4):Mi hanno detto che dovrò fare un'ottima prova, se voglio veramente ottenere l'incarico. a)Semantica del costrutto condizionale Parlando di «periodo ipotetico» e «costruttto condizionale» si identifica la costruzione in base alle sue caratteristiche funzionali: con la protasi si «ipotizza» una «condizione», soddisfatta la quale si ha come «conseguenza» quanto espresso dall'apodosi. Il costrutto esprime globalmente un'ipotesi ed instaura fra il contenuto proposizionale della protasi (che simbolizzeremo con «p») e quello dell'apodosi (che simbolizzeremo con «q») un rapporto del tipo «condizione-conseguenza». Per esempio, con una frase come (1) si ipotizza che, soddisfatta la condizione di una partenza sufficientemente mattiniera (p), si avrà come conseguenza un viaggio tranquillo per la scarsità di traffico (q): p e q non sono presentati sicuramente ed indipendentemente come veri, ma data la verità di p deve seguirne la verità di q. Questo aspetto del significato di un costrutto condizionale può essere così riassunto: un costrutto condizionale ipotizza che i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi siano entrambi veri («se p, q» - «Pvero E qvero»). Nel caso in cui alla partenza mattiniera (p) faccia poi séguito un viaggio clamorosamente ritardato dal traffico (non-q) la frase in (1) sarà considerata un «cattivo» consiglio, oppure una previsione «sbagliata»: un costrutto condizionale non prevede che il contenuto proposizionale della protasi sia vero e che quello della apodosi sia falso. Inoltre nella comunicazione quotidiana, ordinaria, l'enunciazione di una sequenza come (1) suggerisce all'interlocutore che una partenza ritardata (non-p) avrebbe come conseguenza l'incontro di un denso traffico (non-q). Questo suggerimento, esprimibile con (5), è una «inferenza sollecitata» (o «invitata») dal costrutto condizionale esemplificato in (1), e mostra un altro aspetto del significato di un periodo ipotetico, così riassumibile: un costrutto condizionale ipotizza che i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi siano entrambi falsi («se p, q» — «pFalso E q Falso»): (5) Se non partiamo abbastanza presto, troveremo molto traffico. Unendo quanto proposto finora, possiamo dire che un costrutto condizionale ipotizza che i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi possano essere o entrambi veri, o entrambi falsi (grazie all'inferenza sollecitata). Questo significato, ottenuto per (1) combinando appunto (1) e (5), ovvero la sua inferenza sollecitata, corrisponde a quello espresso direttamente ed esplicitamente da un costrutto condizionale con la protasi introdotta dall'operatore di subordinazione solo se: (6) Solo se partiamo abbastanza presto non troveremo molto traffico. Un costrutto come (6), detto «bi-condizionale», ha un significato parafrasabile proprio con l'accostamento di (1) e di (7): (7) Se non partiamo abbastanza presto, troveremo molto traffico. La sinonimia tra i costrutti condizionali e quelli bicondizionali, e tra gli operatori di subordinazione se e solo se, è però solo apparente: un costrutto bicondizionale, grazie alla presenza di solo se, ha sempre e per forza l'interpretazione ottenibile combinando insieme gli schemi presentati sopra, mentre un costrutto condizionale semplice può avere sia l'interpretazione bicondizionale (grazie all'inferenza sollecitata) sia l'interpretazione più debole, priva dell'inferenza sollecitata. Per esempio, una sequenza come (8) presenta, tramite la coordinazione dei due infiniti, non una ma due condizioni, e può essere parafrasata con un costrutto che abbia due protasi coordinate, una per ogni condizione, come (9): (8) Se continua a non piovere e a non nevicare, la prossima estate rischieremo la siccità. (9) Se continua a non piovere e se continua a non nevicare, la prossima estate rischieremo la siccità. Ma in (9) non è possibile dare una interpretazione bicondizionale alle due protasi, e non è possibile sostituire i due se con due solo se, come si vede dalla inaccettabilità di (10): (10) Solo se continua a non piovere e solo se continua a non nevicare, la prossima estate rischieremo la siccità. Infatti il significato di solo entra in contraddizione con il significato di e; l'unica interpretazione possibile per i due se di (9) è quella semplice, priva dell'inferenza sollecitata. L'interpretazione bicondizionale (con l'inferenza sollecitata) può emergere solo combinando le due condizioni in un unico contenuto proposizionale complesso; così l'interpretazione di (11) può essere parafrasata con l'accostamento di (12a-b): (11) Solo se continua [a non piovere e a non nevicare], la prossima estate rischieremo la siccità. (12) a. Se continua [a non piovere e a non nevicare], la prossima estate rischieremo la siccità. b. Se non continua [a non piovere e a non nevicare], la prossima estate non rischieremo la siccità. Formalizzeremo quindi la differenza di significato esistente fra i costrutti bi-condizionali ed i costrutti condizionali con gli schemi rappresentati rispettivamente in (13) ed in (14): (13) «Solo Se p, q» —» «Pvero E qvero» O «pFalso E qFalso» (14) «Se p, q» — «pVero E qvero» (O «Pfalso E qFalso»)
b)Concordanza dei tempi e semantica dei modi L'italiano presenta un sistema standard di concordanza di modi e Tempi verbali all'interno dei costrutti condizionali, che nella lingua contemporanea è affiancato da una variante colloquiale che si sta diffondendo anche a livelli più alti, e da un sistema «substandard» tipico solamente di alcune varietà più basse. Nel primo sistema è possibile avere l'indicativo in protasi ed apo dosi, come in (15), il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale semplice nell'apodosi, come in (16), e il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e il condizionale composto nell'apodosi, come in (17) : (15) Se vieni alla festa, ti divertirai moltissimo. (16) Se venissi alla festa, ti divertiresti moltissimo. (17) Se fossi venuto alla festa, ti saresti divertito moltissimo. La variante colloquiale del sistema standard, presente talora anche in livelli più alti, prevede la possibilità che l'indicativo imperfetto sostituisca il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e / o il condizionale composto nell'apodosi, come in (18): (18) a. Se lo sapevo prima, sarei arrivato in tempo a salutarti. b. Se lo sapevo prima, arrivavo in tempo a salutarti. c. Se l'avessi saputo prima, arrivavo in tempo a salutarti. Il tipo in (18b) è presente nel seguente es. da Manzoni, che riproduce il parlato spontaneo: (19) «Se mi s'accostava un passo di più, soggiunse, l'infilavo addirittura, prima che avesse tempo di accomodarmi me, il birbone» (A. Manzoni, promessi sposi, cap. XXXTV) Nell'apodosi si può avere anche il piuccheperfetto con valore di compiutezza : (20) Se non fosse successo / succedeva quell'incidente, a quest'ora eravamo già arrivati. Nel sistema «substandard» invece dei modi congiuntivo e condizionale appare l'indicativo, così che (2 la) corrisponde all'incirca a (15) (ma a volte anche a (16)), mentre (21b) corrisponde all'incirca a (16) e (17) (anche questo sistema è più complesso di quanto appaia da questa sintetica presentazione, e le corrispondenze con il sistema standard sono più irregolari di quanto qui accennato: (21) a. Se vieni alla festa, ti divertirai un sacco. b. Se venivi alla festa, ti divertivi un sacco. In vari usi dialettali sono più diffusi sistemi «simmetrici», con congiuntivo in protasi ed apodosi oppure condizionale in protasi ed apodosi. Questi usi, decisamente substandard, sono ritenuti concordemente inaccettabili, e tuttavia appaiono frequentemente sia in varietà regionali sia anche come lapsus. Alcuni ess. sono: (22) «Se io fossi uomo ci andassi ogni sera» (D. Dolci, Conversazioni, Torino, 1962, p. 290) (23) «Io sono sicuro che se farei il boia riuscirei bene» (lo speriamo che me la cavo. Sessanta temi di bambini napoletani, a cura di M. D'Otta, Milano, Mondadori, 1990, p. 41) L'uso del congiuntivo nell'apodosi è caratteristica di certo parlato spontaneo meridionale. L'uso del condizionale anche nella protasi, come in (23), è molto comune nel linguaggio infantile in tutta Italia. Non sembra possibile, invece, la combinazione con condizionale nella protasi e congiuntivo nell'apodosi.
c)Il sistema dell'italiano standard Nell'italiano standard è possibile trovare diverse combinazioni di Tempi verbali dell'indicativo in protasi ed apodosi; sono possibili, per esempio, presente più presente, come in (24a), e presente più futuro semplice, come in (24b): (24) a. Se piove, esco con l'ombrello. b. Se (domani) piove, uscirò con l'ombrello. Non c'è una corrispondenza obbligatoria fra Tempo verbale e tempo cronologico: in (24a) ad esempio il presente non è necessariamente «deittico», anzi è più facilmente interpretabile come presente «atemporale», e in (24b) è orientato, anche grazie alla presenza di domani nella protasi e di un tempo futuro nell'apodosi, verso il futuro. Sono poi possibili combinazioni di futuro semplice più futuro semplice come, in (25a), perfetto composto più presente, come in (25b), perfetto composto più futuro semplice, come in (25c), e perfetto composto più perfetto composto, come in (25d): (25) a. Se domani ci sarà bel tempo, andremo a sciare. b. Se hai comprato il giornale, possiamo vedere che film ci sono stasera. c. Se ti sei ricordato di portare la carbonella, forse riusciremo a preparare la grigliata. d. La settimana scorsa ho telefonato a Giorgio, ma non sono riuscito a trovarlo in casa: se è andato in vacanza, ha finalmente potuto riposarsi. In (25d) il contesto linguistico precedente il costrutto condizionale ne permette una lettura più naturalmente ipotetica: «Non so se Giorgio è andato in vacanza: lo ipotizzo solamente sulla base della sua mancata risposta al telefono; nel caso ci sia andato, starà godendosi il suo meritato riposo». Di solito invece i costrutti condizionali con i tempi passati dell'indicativo sono più facilmente interpretati come causali, cioè «fattuali», piuttosto che ipotetici, come si vede dalla parafrasi (26b) di (26a): (26) a. Se hai sostenuto quella posizione, hai avuto torto. b. Siccome hai sostenuto quella posizione, hai avuto torto. Esistono costrutti condizionali con l'imperfetto in protasi ed apodosi, da non confondere con quelli formalmente identici ma appartenenti o alla variante colloquiale del sistema standard (v. la frase (18b)) o al sistema «substandard» (v. la frase (21b) ; in questi costrutti il se assume un valore parafrasabile con ogni volta che: (27) In quel periodo se riuscivamo ad alzarci abbastanza presto correvamo subito a guardare l'alba, e poi nella stalla per bere il latte appena munto. Non sono possibili costrutti condizionali con il perfetto semplice in protasi ed apodosi , come si vede dall'inaccettabilità di (28): (28) Se prenotammo in tempo, assistemmo alla prima di Falstaff. Oltre all'indicativo l'italiano standard prevede nei periodi ipotetici combinazioni di congiuntivo più condizionale; si trovano usualmente il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale semplice nell'apodosi, come in (29a-b), o il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e il condizionale composto nell'apodosi, come in (29c): (29) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello. b. Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi. c. Se non foste arrivati in ritardo, non avreste perso il treno. Sono però anche possibili costrutti che presentino il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e il condizionale semplice nell'apodosi, come in (30a): in questo modo viene segnalata la «distanza» cronologica tra i contenuti espressi dalle due proposizioni; inoltre sono possibili costrutti con il congiuntivo imperfetto nella protasi e il condizionale composto nell'apodosi, come in (30b): (30) a. Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe traccia, b. Se Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al telefono. Utilizzando l'opposizione tra la concordanza all'indicativo e quella al congiuntivo-condizionale all'interno di un periodo ipotetico un parlante indica diversi gradi di «probabilità» per i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi: — l'uso dell'indicativo segnala la «possibile verità» dei contenuti; — l'uso del congiuntivo-condizionale ne segnala la «possibile falsità». L'opposizione è illustrata attraverso il confronto tra due costrutti le cui proposizioni componenti esprimano gli stessi contenuti: (31) a. Se nevica prima di domenica, andiamo a sciare a Cortina. b. Se nevicasse prima di domenica, andremmo a sciare a Cortina. In (3 la) il progetto viene presentato come molto più probabile rispetto a (31b): nel primo caso viene configurata la possibilità che nevichi, con la conseguente vacanza sugli sci, mentre nel secondo caso viene configurata la possibilità che non nevichi, con la conseguente rinuncia alla vacanza sugli sci. Questa differenza si evidenzia con una prova di compatibilita semantica. Aggiungendo ad un periodo ipotetico all'indicativo una frase da cui si possa inferire la «sicura falsità» del contenuto proposizionale della protasi, si ottiene una sequenza semanticamente anomala, perché la «possibile verità» segnalata dall'indicativo si scontra con un contenuto «sicuramente falso»: (32) Se Gianni è in macchina ci può dare un passaggio, ma oggi Gianni è venuto in autobus. Allo stesso modo, aggiungendo ad un periodo ipotetico al congiuntivo-condizionale una frase da cui si inferisca la «sicura verità» del contenuto proposizionale della protasi si ottiene di nuovo una sequenza semanticamente anomala, perché la «possibile falsità» segnalata dal congiuntivo-condizionale si scontra con un contenuto «sicuramente vero»; (33) a. Se Gianni fosse in macchina potrebbe darci un passaggio, ma Gianni è (sempre) in macchina. b. Se Gianni fosse stato in macchina avrebbe potuto darci un passaggio, ma Gianni era in macchina.
d) I costrutti 'controfattuali' Alcuni periodi ipotetici al congiuntivo-condizionale non sembrano comunicare la «possibile falsità» dei contenuti proposizionali di protasi ed apodosi, quanto piuttosto la loro «sicura falsità»: sono i costrutti tradizionalmente chiamati «controfattuali» o «periodi ipotetici dell'irrealtà». Questi casi, comunque, non costituiscono un tipo a parte. Come vedremo subito, i costrutti con congiuntivo imperfetto e condizionale semplice sono interpretati come controfattuali solo quando all'indicazione morfosintattica di «possibile falsità» si aggiungono altre indicazioni di falsità, provenienti in genere dal confronto fra contenuto proposizionale espresso e contesto extralinguistico; quanto ai costrutti con congiuntivo piuccheperfetto e / o condizionale composto, essi sono sempre interpretati come controfattuali, a meno che dal contesto linguistico emergano indicazioni del contrario, ovvero segnalazioni di «non-falsità» (come si vedrà in (36), (37) e (38b)). La controfattualità non è quindi un significato rigidamente connesso ad una determinata concordanza di modi e Tempi verbali, ma un effetto semantico complesso, che deriva dall'interazione della morfosintassi (congiuntivo imperfetto più condizionale semplice o congiuntivo piuccheperfetto e / o condizionale composto) con il contenuto proposizionale di protasi ed apodosi e con il contesto linguistico ed extralinguistico. La combinazione «congiuntivo imperfetto nella protasi + condizionale semplice nell'apodosi» sembra neutralizzare l'opposizione tra «mera ipoteticità» e «controfattualità», poiché può esprimere sia l'uno sia l'altro valore semantico; essa è utilizzabile per esempio anche in (34a), che presenta solo un'ipotesi, e non due contenuti proposizionali «falsi»: (34) a. Se piovesse molto forte, uscirei con l'ombrello. (= 29a) b. Se fossi un marziano, avrei le orecchie verdi. (= 29b) Un costrutto come (34a) può essere enunciato con tono polemico, da un parlante che sta uscendo «senza» ombrello in una giornata appena piovigginosa: in questo caso si otterrebbe una interpretazione «controfattuale», come, all'incirca, «non piove molto forte, e (perciò) sto uscendo senza ombrello». La controfattualità compare dunque quando all'indicazione di «possibile falsità» fornita dalla concordanza si aggiunge una indicazione di «sicura falsità» derivata dal confronto tra il contenuto proposizionale espresso dal costrutto ed il contesto extralinguistico: per (34b) il parlante patentemente non è un marziano, e non ha le orecchie verdi; per l'interpretazione controfattuale di (34a), al momento dell'enunciazione sta piovendo poco, ed il parlante sta uscendo senza ombrello. Ora, nelle frasi (35) la comparsa del congiuntivo piuccheperfetto nella protasi e/o del condizionale composto nell'apodosi sembra segnalare la falsità dei contenuti proposizionali espressi dal costrutto, e quindi la controfattualità: (35) a. Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe traccia. (= 30a) b. Se Enrico fosse a casa, avrebbe risposto al telefono. (= 30b) c. Se non foste arrivati in ritardo, non avreste perso il treno.(= 29c) Ma una protasi al congiuntivo piuccheperfetto non è una condizione sufficiente per ottenere una interpretazione controfattuale; in (36) il contesto linguistico aggiunto a (35a) mostra che con il costrutto condizioniale il parlante sta solo compiendo un'ipotesi sul passato (da verificare nel presente): (36) Se quell'edificio fosse stato venduto, nell'archivio del catasto ce ne sarebbe traccia: bisogna quindi passare a controllare in quell'ufficio. Neppure una apodosi al condizionale composto è condizione sufficiente per ottenere una interpretazione controfattuale: (35b) sembra comunicare che «Enrico non è a casa, e (perciò) non ha risposto al telefono», ma la versione «condizionale concessiva» di (35b), cioè (37), presenta ugualmente una apodosi al condizionale composto, senza per questo segnalarne la falsità: (37) a. Anche se Enrico fosse a casa, non avrebbe risposto al telefono. b. Se Enrico fosse a casa, non avrebbe comunque risposto al telefono. (37) è parafrasabile con «è possibile che Enrico sia a casa, ed è possibile che non lo sia; in un caso come nell'altro 'non' risponderebbe al telefono». Anche nel caso in cui compaiano sia il congiuntivo piuccheperfetto nella protasi sia il condizionale composto nell'apodosi l'interpretazione controfattuale non è garantita. Se infatti (38a) sembra indicare che il protagonista «non» è partito alle 3, e che (quindi) «non» è arrivato alle 9, una sequenza come (38b), con due costrutti condizionali collegati asidenticamente, mostra che il parlante sta facendo solo ipotesi sul passato, come nel caso di (36), e non ha alcuna certezza sulla falsità dei contenuti proposizionali espressi da protasi ed apodosi: (38) a. Se avesse preso il treno delle 3 sarebbe arrivato alle 9. b. Se avesse preso il treno delle 3 sarebbe arrivato alle 9; se avesse preso quello delle 5 sarebbe arrivato alle 11; adesso sono le 13, e quindi dovremmo comunque trovarlo in albergo. Le stesse ipotesi, presentate con maggior sicurezza, possono essere espresse dalla versione all'indicativo di (39): Ñòðàíèöû: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 |
ÈÍÒÅÐÅÑÍÎÅ | |||
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