ðåôåðàò, ðåôåðàòû ñêà÷àòü
 

Ñèíòàêñè÷åñêèå è ôóíêöèîíàëüíî-ñåìàíòè÷åñêèå îñîáåííîñòè óïîòðåáëåíèÿ óñëîâíîãî íàêëîíåíèÿ â èòàëüÿí...


(114)   Parlante A: Cosa farai se ti do i soldi?

Parlante B: COMPRO LA CASA se mi dai i soldi.

(115)   Parlante A: A che condizioni comprerai la casa?

Parlante B: SE MI DAI I SOLDI compro la casa.


(114) contiene una emarginazione o dislocazione a destra della protasi, mentre in (115) si tratta di una topicalizzazione della protasi , nelle quali l'accento fecalizza l'elemento in prima posizione (la sequenza non marcata «dato-nuovo» può essere inol­tre rovesciata anche tramite l'uso delle frasi scisse).

 

Mentre i costrutti condizionali di tipo subordinato, con una apo­dosi sovraordinata che contiene una protasi subordinata, sono gene­ralmente reversibili (possono cioè presentare la protasi seguita dall'apodosi, o l'apodosi seguita dalla protasi), i costrutti condizionali non subordinati, come per esempio quelli «pseudocoordinati», non risultano reversibili:

(116)    a. Alza le mani o / altrimenti / se no sparo!

             b. O / Altrimenti / Se no sparo, alza le mani!

(117)   a. Ripetilo e ti rompo la testa!

 b. È ti rompo la testa, ripetilo!


Inoltre, essi non sono neppure simmetrici, poiché la prima pseudocoordinata, viene interpretata come protasi, e la se­conda come apodosi, ed uno scambio di posizione intorno all'eventuale operatore di coordinazione produce sequenze semanticamente strane, (118a-b), o con un significato totalmente diverso, come, partendo da (118c) ipote­tico, (118d) non ipotetico:

(118)   a. Sparo o / altrimenti / se no alza le mani!

 b. Ti rompo la testa e ripetilo!

c. Vuoi un gelato? Te lo vado subito a prendere.

 d. Vado subito a prenderti un gelato. Lo vuoi?


Le versioni subordinate dei costrutti condizionali pseudocoordi­nati (v. (52)) appaiono invece reversibili, (119), ma le sequenze risul­tano molto più naturali emarginando o dislocando a destra la protasi (e fecalizzando con un picco intonativo l'apodosi in prima posizio­ne), (120):

(119)    a. Sparo se non alzi le mani.

b. Ti rompo la testa se lo ripeti.

c. Non ti pentirai se mi dai retta.

d. Ti vado subito a prendere un gelato se lo vuoi.

e. Gli daremo un sacco di botte se cercano la rissa.

(120)    a. SPARO se non alzi le mani.

b. TI ROMPO LA TESTA se lo ripeti,

c. NON TI PENTIRAI se mi dai retta.

 d. TI VADO SUBITO A PRENDERE UN GELATO se lo vuoi.

e. GLI DAREMO UN SACCO DI BOTTE se cercano la rissa.


Lo statuto sintattico dell'apodosi, che può essere dichiarativa, interroga­tiva, o imperativa, non ha nessun effetto sulla reversibilità dei costrutti con­dizionali subordinati:

(121)    a. Se piovessi uscirei con l'ombrello.

b. Se avessi vinto alla lotteria, avresti comprato un'auto nuova?

 c. Se vinci alla lotteria, cosa farai con i soldi?

 d. Se hai bisogno di me chiamami a casa.


(122)    a. Uscirei con l'ombrello se piovesse.

b. Avresti comprato un'auto nuova, se avessi vinto alla lotteria?

c. Cosa farai con i soldi, se vinci alla lotteria?

 d. Chiamami a casa se hai bisogno di me.


Ma non in tutti i periodi ipotetici subordinati la reversibilità è garantita. Nei costrutti «bi-negativi», per avere l'ordine «apodosi-protasi» è necessario emarginare o dislocare a destra la protasi (e fecalizzare con un picco intonativo l'apodosi):

(123)    a. Se tu giochi bene a tennis io sono Ivan Lendl.

b. Io sono Ivan Lendl se tu giochi bene a tennis.

c. IO SONO IVAN LENDL se tu giochi bene a tennis.


La reversione è invece possibile normalmente con i costrutti simi­li ai «bi-negativi», con apodosi imperativa o interrogativa:


(124)    a. Se sei un bravo cuoco, preparami subito un filetto al pepe verde!

b. Preparami subito un filetto al pepe verde, se sei un bravo cuoco!

(125)    a. Se ha preparato per tre mesi questo esame, perché non sa

rispondere ad una domanda così semplice?

 b. Perché non sa rispondere ad una domanda così semplice, se ha preparato per tre mesi questo esame?


L'anteposizione dell'apodosi alla protasi nei costrutti «bi-affermativi» da risultati diversi a seconda del collegamento lo­gico che si instaura fra i contenuti proposizionali di protasi ed apo­dosi. Se si tratta di semplice correlazione, la reversione da risultati agrammaticali; emarginando o dislocando a destra la protasi (e feca­lizzando con un picco intonativo l'apodosi) si hanno frasi marginali:


(126)    a. Se la situazione nel Golfo Persico è critica, quella dei cam­pi profughi di Gaza non è certo allegra.

b. La situazione dei campi profughi di Gaza non è certo allegra, se quella del Golfo Persico è critica.

c. LA SITUAZIONE DEI CAMPI PROFUGHI DI GAZA NON È CERTO ALLEGRA, se quella nel Golfo Persico è critica.


Se il costrutto ha interprelazione causale la reversione è possibile normalmente, ma con i costrutti «bi-affermativi» ad interpretazione avversativa e concessiva si ha invece risultato agrammaticale:


(127)    a. Se è nevicato già in ottobre, avete avuto un inverno fred­dissimo.

b. Se Ugo era adirato, Maria era tranquilla.

 c. Se il parere del Fondo Monetario Internazionale sulla eco­nomia del nostro paese è stato positivo, non dobbiamo di­menticare la ripresa dell'inflazione.

(128)    a. Avete avuto un inverno freddissimo, se è nevicato già in

ottobre.

b. Maria era tranquilla, se Ugo era adirato.

c. Non dobbiamo dimenticare la ripresa dell'inflazione, se il parere del Fondo Monetario Internazionale sull'economia del nostro paese è stato positivo.


I costrutti simili ai «bi-affermativi», che possono collegare solo con­tenuti proposizionali che abbiano rapporti causali o finali, non tolle­rano la reversione:


(129)   a. Se Giulio se ne è andato dopo il primo tempo, è perché

non riusciva proprio a sopportare quel film.

 b. È perché non riusciva.proprio a sopportare quel film se Giulio se ne è andato dopo il primo tempo.

La reversione diviene possibile sostituendo che a se, ma il risultato non è più un costrutto condizionale dove l'apodosi precede la protasi, bensì una frase complessa scissa :


(130) È perché non riusciva proprio a sopportare quel film che Giulio se ne è andato dopo il primo tempo.

I costrutti in cui la protasi esprime una condizione non sul conte­nuto proposizionale dell'apodosi, ma sull'azione linguistica con essa eseguibile, sono reversibili:

(131)    a. Se hai fame, ci sono dei biscotti nella credenza.

 b. Se posso permettermi, hai un gran bell'aspetto.

c. Se non sono indiscreto, cosa hai fatto ieri sera? d. Se le mie informazioni sono giuste, Mario ha rifiutato quel lavoro.


(132)    a. Ci sono dei biscotti nella credenza, se hai fame.

 b. Hai un gran bell'aspetto, se posso permettermi.

 c. Cosa hai fatto ieri sera, se non sono indiscreto?.

 d. Mario ha rifiutato quel lavoro, se le mie informazioni sono giuste.


I costrutti condizionali con omissione di se danno se­quenze agrammaticali cambiando di posizione protasi ed apodosi:

(133)    a. «Succedesse a me sarei rovinato» (V. Pratolini, Lo scialo,

Milano, Mondadori, 1960, p. 387)

b. Arrivassero / Fossero arrivati in tempo i rinforzi, riusci­remmo / saremmo riusciti ad evitare la sconfitta.

(134)    a. Sarei rovinato succedesse a me.

b. Riusciremmo / Saremmo riusciti ad evitare la sconfitta, arrivassero / fossero arrivati in tempo i rinforzi.


I costrutti introdotti da operatori di subordinazione «ricchi» risultano reversibili:


(135)    a. Qualora il perito ne abbia avanzato esplicita richiesta, il dibattimento potrà essere rinviato.

b. Quando / Ove / Laddove ricorrano le condizioni previste dal secondo comma della circolare ministeriale . . ., il rila­scio dei documenti richiesti avverrà entro dieci giorni.

c. Ammesso che / Supposto che / Nel caso che / Nell'ipotesi che / Nell'eventualità che Giampiero riesca ad affittare quella casa al mare, passeremo da lui una settimana in lu­glio.

d. Purché / A patto che / A condizione che tu mi faccia uno dei tuoi caffè, ti sarò eternamente grato.

(136)    a. Il dibattimento potrà essere rinviato, qualora il perito ne abbia avanzato esplicita richiesta.

b. Il rilascio dei documenti richiesti avverrà entro dieci gior­ni, quando / ove / laddove ricorrano le condizioni previ­ste dal secondo comma della circolare ministeriale . . .

c. Passeremo da Giampiero una settimana in luglio, ammesso che / supposto che / nel caso che / nell'ipotesi che / nel­l'eventualità che riesca ad affittare quella casa al mare.

d. Ti sarò eternamente grato, purché / a patto che / a condi­zione che tu mi faccia uno dei tuoi caffè.

Anche i costrutti che hanno la protasi con un modo verbale non finito permettono generalmente l'anteposizione dell'apodosi alla protasi:

(137)    a. Pur di / A patto di / A condizione di ottenere un lavoro,

sono disposto a trasferirmi in un'altra città.

 b. A dirti la verità, ti trovo ingrassato.

c. Arrivando in tempo, non avremmo perso il treno.

 d. (Se) Preso in tempo, un raffreddore si cura in tre giorni.


(138)    a. Sono disposto a trasferirmi in un'altra città, pur di / a pat­to di / a condizione di ottenere un lavoro.

 b. Ti trovo ingrassato, a dirti la verità.

c. Non avremmo perso il treno, arrivando in tempo.

 d. Un raffreddore si cura in tre giorni, (se) preso in tempo.


In alcuni casi la protasi posposta all'apodosi è separata da una pausa più lunga, e pronunciata con un rilievo prosodico maggiore: il risultato è una proposizione che più che «condizionare» il contenuto proposizionale dell'apodosi, sembra indurre dubbi sulla sua certezza. Oltre a se, gli operatori di subordinazione più frequenti in questi casi sono ammesso che, purché, ed a patto che:

(139) Domenica andremo a sciare. Se non fa brutto tempo.

(140) Domenica andremo a sciare. Ammesso che / Purché / A patto che non faccia brutto tempo.

Queste protasi posposte sono assimilabili a proposizioni indipendenti; esse possono anche essere enunciate da un parlante diverso da quello che enuncia l'apodosi (che a questo punto è una frase semplice):

(141)    a. Parlante A: Domenica andremo a sciare.

 b. Parlante B: Se non fa brutto tempo.

 c. Ammesso che / Purché / A patto che non faccia brutto tempo.


m) Apodosi accompagnate da «allora»

 

I diversi tipi di periodi ipotetici subordinati esemplificati finora presentano operatori di subordinazione che introducono la protasi, ma sono privi di elementi di collegamento o di ripresa nell'apodosi (fanno eccezione i costrutti «bi-affermativi» con elementi di rinforzo: v. le frasi (73) e (74)). D'altronde una delle tradizionali schematizzazioni del rapporto semantico ipoteticocondizionale, di origine logica, vede l'apodosi accompagnata facoltativamente da allora: «se p, (allo­ra) q». L'inserimento di allora nell'apodosi non è però possibile in tutti i tipi di costrutti condizionali. Generalmente è possibile nei casi in cui fra i contenuti proposizionali di protasi ed apodosi esiste o può essere instaurato un rapporto di «condizione-conseguenza»:

(142)    a. Se domenica ci sarà bel tempo, allora andremo a sciare.

b. Se fossi un marziano, allora avrei le orecchie verdi.

c. Se non foste arrivati in ritardo, allora non avreste perso il treno.


L'inserimento di allora da risultati grammaticali anche nel caso delle versioni subordinate dei costrutti condizionali pseudocoordina­ti, mentre per i costrutti pseudocoordinati veri e propri tale inseri­mento è possibile solo quando la protasi è realizzata da una frase interrogativa:


(143)    a. Se non alzi le mani, allora sparo.

b. Se lo ripeti, allora ti rompo la testa.

c. Se mi dai retta, allora non ti pentirai.

(144)    a. Alza le mani o / altrimenti / se no (allora) sparo!

 b. Ripetilo e (allora) ti rompo la testa!

 c. Vuoi un gelato? Allora te lo vado subito a prendere.


Nel caso di apodosi interrogative l'inserimento di allora rende il costrutto marginale, mentre esso è compatibile con apodosi imperati­ve, sia nella versione subordinata sia in quella pseudocoordinata:


(145)    a. Se  avessi  vinto   alla  lotteria,   ('allora)   avresti   comprato

un'auto nuova?

 b. Se vincessi alla lotteria, ('allora) cosa faresti con i soldi?


(146)    a. Se hai bisogno di me, allora chiamami a casa.

 b. Hai bisogno di me? Allora chiamami a casa.


Nei costrutti «bi-negativi»  l'inserimento di allora è generalmente possibile, mentre con i costrutti «bi-affermativi» il risultato è di solito agrammaticale:

(147)    a. Se tu giochi bene a tennis, allora io sono Ivan Lendl.

b. Se sei un bravo cuoco, allora preparami subito un filetto

al pepe verde!

c. Se ha preparato per tre mesi questo esame, allora perché non sa rispondere ad una domanda così semplice?

(148)    a. Se la situazione nel Golfo Persico è critica, (allora) quella del campi profughi di Gaza non è certo allegra.

b. Se il parere del Fondo Monetario Internazionale sulla eco­nomia del nostro paese è stato positivo, (allora) non dob­biamo dimenticare la ripresa dell'inflazione.

c. Se Giulio se ne è andato dopo il primo tempo, C'alierà) è perché non riusciva proprio a sopportare quel film.

d. Se Ugo era adirato, (allora) Maria era tranquilla.

e. Se è nevicato già in ottobre, allora avete avuto un inverno freddissimo.



Nei periodi ipotetici in cui il contenuto proposizionale della pro­tasi condiziona non il contenuto proposizionale dell'apodosi ma l'azione linguistica con essa eseguibile, l'inserimento di allo­ra da risultati marginali o agrammaticali:


(149)    a. Se hai fame, (allora) ci sono dei biscotti nella credenza.

 b. Se posso permettermi, (allora) hai un gran bell'aspetto.


La presenza di allora è possibile nei costrutti con omissione di se, come anche con alcuni operatori di subordinazione lessi­calmente «ricchi»:


(150)    a. Arrivassero / Fossero arrivati in tempo i rinforzi, allora

riusciremmo / saremmo riusciti ad evitare la sconfitta.

 b. Qualora / Ove / Laddove ricorrano le condizioni previste dal secondo comma della circolare ministeriale, allora il ri­lascio dei documenti richiesti avverrà entro dieci giorni.

c. Ammesso che / Supposto che / Nel caso che / Nell'ipotesi che / Nell'eventualità che Giampiero riesca ad affittare quella casa al mare, allora passeremo da lui una settimana in luglio.


Con altri operatori di subordinazione lessicalmente «ricchi» l'inserimen­to di allora da invece risultati agrammaticali, che si ripetono per le varianti degli stessi operatori che introducono protasi con modi verbali non finiti:


(151)    a. Purché / A patto che / A condizione che tu mi faccia uno dei

tuoi caffè, (allora) ti sarò eternamente grato.

b. Pur di / A patto di / A condizione di ottenere un lavoro, (allo­ra) sono disposto a trasferirmi in un'altra città.

Le protasi con modi verbali non finiti danno comunque in genere risulta­ti inaccettabili se combinate con apodosi accompagnate da allora:


(152)    a. A dirti la verità, (allora) ti trovo ingrassato.

b. A darmi retta, (allora) ti troveresti meglio.

 c. Mangiando molto, (allora) ingrasserei.

 d. (Se) Preso in tempo, (allora) un raffreddore si cura in tre giorni.


I costrutti la cui apodosi è accompagnata da allora non sono re­versibili, se allora viene interpretato come legato a se:

(153)    a. (Allora) Andremo a sciare, se domenica ci sarà bel tem­po.

b. (Allora) Sparo, se non alzi le mani.

c. (Allora) Chiamami a casa, se hai bisogno di me!

d. (Allora) Preparami subito un filetto al pepe verde, se sei un bravo cuoco!

e. (Allora) Avete avuto un inverno freddissimo, se è nevica­to già in ottobre.

f. (Allora) Passeremo da Giampiero una settimana in luglio, ammesso che / supposto che / nel caso che / nell'ipotesi che / nell'eventualità che riesca ad affittare quella casa al mare.


Le sequenze esemplificate in (153) sono accettabili anche con allora, purché tale avverbio venga interpretato non come elemento che collega l'apodosi alla protasi del costrutto condizionale, ma l'intero costrutto condi­zionale ad un eventuale contesto linguistico precedente:


(154)    a. Ci sono tre voti per il mare, e otto voti per la montagna: allora I

andremo a sciare, se domenica ci sarà bel tempo.

 b. Te l'ho già detto due volte con le buone: (adesso) allora sparo,

se non alzi le mani.

 c. Non ti fare problemi, io non mi muovo tutto il giorno: siamo

d'accordo? Allora chiamami a casa, se hai bisogno di me! ecc.


2. Le frasi concessive


Per «frasi concessive» si intendono diversi tipi di proposizioni su­bordinate, che pur instaurando con le proposizioni sovraordinate da cui dipendono rapporti dai significati simili, sono caratterizzate da differenze semantiche e sintattiche. Nei prossimi paragrafi saranno distinti, e trattati separatamente, tre tipi di frasi concessive: le propo­sizioni concessive fattuali , le proposizioni condizionali con­cessive, e le proposizioni a-condizionali .

L'insieme di una proposizione subordinata concessiva e della proposizione sovraordinata da cui questa dipende costituisce una fra­se complessa, che chiameremo «costrutto concessivo»; parleremo quindi di costrutti concessivi fattuali, costrutti condizionali concessi­vi, e costrutti a-condizionali, esemplificati rispettivamente in (1), (2) e (3):

(1)    Benché piovesse, Antonio è uscito senza ombrello.

(2)   Anche se piovesse, Antonio uscirebbe senza ombrello.

(3)    a. Che ti piaccia o no, stasera andrò al cinema.

         b. Ovunque vada, Ugo troverà degli amici.



a) Semantica del costrutto concessivo fattuale


Quando un parlante enuncia una frase complessa come (1), mo­stra di ritenere che fra il «tipo di evento» presentato dalla proposizione subordinata e quello presentato dalla proposizione sovraordi­nata esista un contrasto: non ci si aspetta che in caso di pioggia la gente esca senza ombrello. Questa aspettativa è esprimibile tramite un costrutto condizionale, con una negazione sulla parte rilevante dell'apodosi:

(4) Normalmente se piove non si esce senza ombrello.

Inoltre, sempre enunciando una frase come (1), il parlante mostra di ritenere che in un momento cronologicamente precedente il mo­mento dell'enunciazione stava piovendo, e che in quel momento An­tonio è uscito senza ombrello: l'interlocutore assume di conseguenza che i contenuti proposizionali della subordinata e della sovraordinata siano entrambi «veri». Questa seconda parte del significato di un co­strutto concessivo fattuale è esprimibile tramite una «congiunzione», cioè tramite una costruzione coordinata con e :


(5) Pioveva e Antonio è uscito senza ombrello.


In questo senso (1) e (5) sono parziali parafrasi l'una dell'altra poiché entrambe sarebbero considerate «menzogne» sia nel caso che «non» fosse piovuto sia nel caso che Antonio «non» fosse uscito senza ombrello: per la «verità» di costrutti del tipo di (1) e (5) è necessaria sia la verità del conte­nuto proposizionale della subordinata sia la verità del contenuto proposizio­nale della sovraordinata (o, nel caso di (5), della prima e della seconda coordinata). In termini tecnici, si dice che i contenuti delle due proposizioni sono «implicitati»dall'enunciazione del costrutto.


Il valore semantico dei costrutti concessivi fattuali è dato dalla combinazione dei due aspetti citati, e può essere rappresentato con lo schema riportato in (6), nel quale con «p» e «q» sono rispettiva­mente simbolizzati i contenuti proposizionali della subordinata e del­la sovraordinata, e con «Pi» e «q,» sono simbolizzati i «tipi di evento» presentati rispettivamente dalla subordinata e dalla so­vraordinata:

(6) «benché p, q» = «se p i, non qi» E «pvero E qvero»


II contrasto soggiacente ad un costrutto concessivo fattuale (rappresenta­to nello schema dalla formula «se pi, non qi») viene instaurato proprio fra i «tipi di evento», e non, più semplicemente, fra gli stessi contenuti proposi­zionali espressi. Se questo fosse il caso, l'aspettativa innescata da (1) do­vrebbe essere espressa da (7):


(7) Normalmente se piove Antonio non esce senza ombrello.


Ma la frase (1) può essere enunciata senza creare anomalie semantiche in un universo di discorso nel quale «Antonio esce notoriamente senza om­brello, che piova o che non piova»; tale universo di discorso può anche essere trasformato in un contesto linguistico, che aggiunto ad (1) permette di ottenere una sequenza perfettamente accettabile:


(8) Benché piovesse, Antonio è uscito senza ombrello, perché lui fa sempre così: è un'abitudine acquisita da ragazzo.


Va sottolineato anche il fatto che il contrasto fra i «tipi di evento» non deve necessariamente essere «presupposto pragmaticamente», cioè far parte delle conoscenze comuni condivise. I «tipi di evento» presen­tati in (9), per esempio, sono ben lungi dall'essere normalmente considerati in contrasto, ma l'inserimento in un costrutto concessivo fattuale «crea» l'effetto di contrasto (per questa come per qualsiasi altra coppia di contenu­ti proposizionali), e così chiunque enunci (9) mostra di ritenere vero (10):

Ñòðàíèöû: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8


ÈÍÒÅÐÅÑÍÎÅ



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